TESTIMONIANZE

SCRITTI DI ALCUNI VESCOVI SU CARESTO

Interventi del Vescovo di Urbino Donato Bianchi e di altri vescovi, che hanno parlato e scritto dell’Eremo di Caresto.

  1. Questa realtà è nata 35 anni fa con lo sguardo benedicente  della chiesa locale e di tante figure eminenti della chiesa nazionale.
    Nel fare l’introduzione al nostro libro “Esercizi spirituali tra le pareti  di casa” il Vescovo dice:
    “Ciò che sta avvenendo nell’Eremo di Caresto, e del resto anche negli incontri per i fidanzati, con questo stile di dialogo e di concretezza, incoraggia a continuare su questa strada, certamente feconda di frutti e di speranza.
    C’è da continuare con umile fiducia e tenacia. C’è anzi da augurare che servizi di questo tipo, come l’eremo per la spiritualità familiare, nascano anche altrove. Penso che sia un dono e un bisogno”….
  2. Il 18 giugno 1993 il vescovo insieme al clero riunito, fa la nuova dedicazione della chiesa dell’Eremo di Caresto A CRISTO SPOSO DELLA CHIESA e legge una relazione che poi sarà pubblicata nel libro relativo:
    “….noi dedichiamo questa piccola chiesa dell’eremo a Gesù Sposo della Chiesa. L’iniziativa, maturata qui in un cammino pastorale fatto attento e sensibile alla famiglia non può non commuoverci tutti. Perché in questa dimensione sponsale ci ritroviamo….”
  3. Nella Omelia tenuta dal Vescovo nel Duomo di Sant’Angelo in Vado, il 15 novembre 1998 nella S. Messa delle ore 10 con la presenza di circa cinquecento fedeli, in occasione di un convegno annuale, illustra anche il senso dell’eremo:
    “Ho seguito il cammino fin dai primi passi e credo che possiamo benedire il Signore e ringraziare le persone. Se il piccolo seme è cresciuto, è segno che portava in sé un soffio buono dello Spirito e rispondeva ad un bisogno e ad un’attesa.
    Oggi ci permettiamo di far festa, ringraziando, incoraggiando, attingendo dal Vangelo la Parola che vale sempre; ma la sentiamo particolarmente idonea al momento “Con la vostra perseveranza salverete la vostra anima”…..
    L’eremo è tempo di straordinarietà per vivere l’ordinario. E’ un aiuto per ricominciare, per ripartire, per non lasciarsi ingannare, facendo riferimento al rischio di ieri e di oggi; rischi di sempre.
    Nel silenzio e nell’ascolto si riscopre il volto di Dio, che è presente e nascosto nell’amore umano; cerchiamo una risposta fedele e gratuita, generosa e gioiosa, che ha la confidenza di essere anche annuncio e testimonianza, per essere addirittura una risorsa di santità.
    Sono lieto di dirvi che Dio è ricco di fantasia e di coraggio; che ripone anche in voi e in tutti noi. Ci conceda di crederci e rispondere senza paura, ma con confidenza di figli.
  4. Nell’introduzione alla 1^ ediz. de “I santi sposati” incoraggiava
    “le numerose coppie di sposi, che tentano di presentare con confidenza e rispetto alcuni passi del cammino spirituale della coppia. In diocesi questo sta avvenendo. È un avvio che sta aprendosi con grande speranza. Se l’Eremo di Caresto ha segnato l’inizio, e ancora fa da stimolo, mi pare di poter dire, che la strada è aperta e tanti altri stanno dandosi la mano e fanno cordata. È la cordata della santità coniugale e familiare. A questa la Chiesa non può non guardare con speranza.
  5. Mons Anfossi, presidente della Commissione episcopale per la famiglia nella presentazione della 3^ edizione de ‘I santi Sposati’ così ricordava:
    “L’eremo di Caresto nel 2002 compie trent’anni. Ma io, come ho conosciuto Caresto? Così: molti anni fa mi trovavo a Roma ad un convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana su questioni di pastorale familiare….”
  6. Mons Dante Lafranconi, già presidente della Commissione episcopale della famiglia ha fatto due ampie presentazioni a due libri di Caresto e nel terzo (“Sentieri d’amore”) ricorda e scrive:
    “..L’eremo di Caresto è un’esperienza e un messaggio. Ebbi occasione di visitare l’eremo di Caresto nel maggio 1990 con un gruppo di famiglie alla ricerca di esperienze e di “modelli ispirativi” …Nell’ambito della spiritualità familiare, Caresto rappresenta uno dei tanti torrenti che in questi ultimi decenni hanno irrigato il terreno del matrimonio e della famiglia alla ricerca appunto di una spiritualità a misura di questo stato di vita…… “.

TESTIMONIANZE DAGLI AMICI DI PARMA

Qualche tempo fa, nel cercare di superare un momento di difficoltà, gli amici della Comunità di Caresto ci avevano incoraggiato a “rimettere in circolo il bene”.
Con fatica ci siamo rimessi in moto, e con grande meraviglia ogni volta che viviamo un fine settimana di ospitalità e di accoglienza, ci rendiamo conto che riceviamo il centuplo di ciò che diamo. Il bene richiama altro bene.
L’ultimo weekend vissuto a Caresto con le altre famiglie di Parma ha avuto un sapore particolare. Infatti oltre alle altre coppie, ci ha accompagnato anche mamma Carla.(mamma di Anna).
La sua curiosità di “vedere” come era Caresto è stata premiata con dei buoni e sani turni in cucina.
E’ stata contenta di fare l’aiuto cuoca, e per noi è stata l’occasione per farle conoscere l’origine di ciò che muove i nostri cuori.
La serenità con la quale si è inserita nei tempi del weekend ci ha riempito di gioia, così come abbiamo gioito nell’ascoltare le condivisioni delle coppie presenti.

Anna y Faber

 

Come sempre il dedicare un po’ del nostro tempo ad altre coppie ci ha restituito il multiplo!
L’eterogeneità di questo gruppo (fidanzati, coppie giovani e coppie più anziane) è stata sicuramente fonte di ricchezza per tutti.
Abbiamo camminato per un breve tratto insieme a loro condividendo le ricchezze e povertà del nostro vivere in coppia e la forza del mettersi al fianco e condividere alla presenza del Signore pensiamo che abbia dato come sempre i suoi frutti. Nonostante la nostra presenza limitata nel tempo, ci siamo sentiti compresi e ben accolti da tutti.
Ci ha fatto molto piacere che al nostro rientro nostro figlio Davide si sia interessato di chi c’era a Caresto, quali coppie erano presenti, da dove venivano, e di come era andata….come se questa esperienza sia ormai parte della nostra vita di famiglia. Questi sono alcuni flash, così a ruota libera.

Silvia e Giuseppe

 

Come anche le altre volte, ci siamo sentiti in famiglia. A Caresto facciamo le cose come a casa e possiamo gustare ancora di più il bello di lavorare in comunione con le altre coppie e con la comunità di Caresto.
Abbiamo anche avuto modo di rilassarci e di trovare qualcosa di interessante anche per nostra figlia. Come andamento generale ci è sembrato che le coppie si siano trovate a loro agio e che abbiano lavorato bene, come è emerso anche
dalle condivisioni. C’è forse da notare che quando è presente un gruppo molto compatto alcune coppie singole rischiano di rimanere un po’ in disparte.
Una cosa su cui pensare è la S. Messa che spezza il lavoro della mattina. In questa occasione per esempio metà dei partecipanti non hanno seguito la condivisione perché sono partiti dopo la S. Messa e forse hanno avuto
anche poco tempo per il lavoro in coppia.
Per finire vorremmo aggiungere che, come ci è già capitato, si viene a Caresto un po’ con l’idea di fare qualcosa per gli altri, ma poi si torna con la ricchezza di ciò che gli altri ci hanno dato.

Leo e Gio

CIAO DA F. E A. DI BOLZANO

Non passa giorno senza che noi ricordiamo la bellissima esperienza dei due corsi di Caresto.
Ci sentiamo di voler far parte del gruppo degli amici di Caresto e siamo molto tristi nel non poter probabilmente partecipare all’incontro che ci avete detto si terrà in novembre per tutti i partecipanti al gruppo.
Ci stiamo impegnando nel seguire i punti che regolano il gruppo e purtroppo dobbiamo rimandare verosimilmente al prossimo anno la disponibilità di un weekend in favore di Caresto.
Alice infatti il venerdì pomeriggio ed il sabato mattina frequenta una scuola di specializzazione e non può fare assenze.
Forse però non è detto che non riusciamo a programmare un weekend durante le vacanze di Natale….
Ci piacerebbe moltissimo.
I libri che abbiamo acquistato ci stanno permettendo di cambiare la nostra via di comunicazione. Adesso che ho studiato il libro sull’ascolto riesco a relazionarmi meglio con la mia magnifica Alice.
Facciamo ancora fatica quando capita di litigare, ma confidiamo nel libro su questo tema che abbiamo.
Chiediamo di ricordarci in quanto ricorre il nostro 4^ mese dal giorno delle nostre nozze.
Ciao a tutti e GRAZIE

DESIDERIAMO RINGRAZIARE DI CUORE

Daniela, Rodolfo e Liliana, la comunità tutta e le coppie partecipanti, per la splendida ed indimenticabile esperienza del weekend appena passato.
Siamo in cammino verso il matrimonio ed è stato una “perla preziosissima” lo stare insieme a voi, condividendo ed arricchendoci delle esperienze di altri.
Avevamo bisogno di “respirare” un’aria nuova, ci voleva una boccata di ossigeno. Nelle comunità parrocchiali si vive la fatica e molto spesso la “solitudine” in questo campo. Si fa una preparazione matrimoniale standardizzata ed anonima che sembra più un adempimento formale che preparazione a compiere un passo così importante.
Grazie a Voi abbiamo scoperto una nuova realtà, che ci ha entusiasmato per la sua semplicità, ricchezza e familiarità.
Abbiamo molto più coraggio per affrontare la nostra vita insieme, torniamo a casa arricchiti di tutto questo, oltre a nuove e belle persone conosciute che speriamo di rivedere a Caresto o altrove…..gli indirizzi li abbiamo!!!!
Buon cammino a tutti. Un forte abbraccio

M. e F. (Bologna)

CARI AMICI DI CARESTO

Grazie di esistere!!! Ve lo dico con sincerità e senza retorica.
E ringrazio ovviamente il Signore che nella sua magnificenza permette alle famiglie di poter prendere delle vere boccate di ossigeno attraverso queste belle esperienze che voi, cari amici, mettete a disposizione.
Sono a scrivervi, ovviamente a nome anche di mia moglie Antonella, che sottoscrive tutto quanto (almeno credo e spero!), rispondendo ad una vostra precisa richiesta di raccontarvi un nostro grande dolore.
Lo faccio volentieri perché il buon Dio ci ha fatto vedere che l’arricchimento che può dare il racconto di questa storia a chi ascolta con animo puro e senza pregiudizi. Mi auguro pertanto che possa servire a quanti più possibile.
E’ con il cuore colmo di gratitudine che vi narro di quei momenti dolorosi che abbiamo trascorso una decina di anni fa. Gratitudine perché il dolore vissuto non è stato vano ma ha portato e porta ancora i suoi frutti.
La nostra piccola figlia E. (la primogenita) era una bimba di 16 mesi, una meraviglia. Non ci sono parole per esprimere il bene che un padre ed una madre vogliono alla loro figlia. Quando se ne andò in paradiso era una domenica pomeriggio. Avvenne tutto all’improvviso, inaspettatamente. Una reazione scatenata dal vaccino del morbillo.
Ma poi cosa importa la causa? Elisa non c’è più, potrebbe pensare “l’amico” che ci sta a sentire. Eh no! Elisa c’è sempre, anzi più di prima! Sta sotto il manto della Madonna e svolge i compiti che in Paradiso le sono stati assegnati. Due nostri amici che la conoscevano la sognarono dopo il suo trapasso. Lei sorrideva e sembrava annunciare loro qualcosa di bello. Qualche giorno dopo scoprirono di essere il dolce attesa di quel figlio che da tanto tempo cercavano e che… non arrivava mai.
Insomma, avrete capito, ci piace pensare che ciascuno di noi in questa vita ci sta per un buon motivo, quello di donare sé stesso per mettere in condizione il Padre Eterno di potergli consegnare il Paradiso. Ebbene, si vede che la nostra piccola E. il suo compito l’aveva già svolto. Pochi giorni prima di “andarsene” ci salutò tutti quanti in un modo tutto suo. Eravamo a tavola e lei passò la sua manina sul capo di ciascun commensale benedicendolo e accompagnando al gesto la parolina “Pae” che voleva dire “Nel nome del Padre, …”. Era il suo segno della croce che aveva imparato da noi su di sé e che in quel momento voleva regalare a noi.
Era già pronta per la sua missione nell’aldilà.
I medici ci dissero che durante la rianimazione forzata era come se qualcuno opponesse resistenza per fermare il suo cuoricino.
Basta! Non posso più continuare a descrivere i dettagli che risvegliano in me dolori assurdi ed inutili.
Gli urli lancinanti di due poveri genitori defraudati della loro piccola. La ricerca del colpevole. I medici che avevano sbagliato la diagnosi e non avevano fatto il possibile. Che non ci avevano capito niente.
Tutto faceva presagire un disegno che all’inizio non capivamo.
Silenzio intorno a noi. Ci siamo lasciati accarezzare le ferite dalla misericordia del Signore. Il rosario era l’unica medicina che leniva le ferite del dolore, asciugava il nostro pianto, accarezzava il nostro cuore e nutriva la nostra anima.
La nostra richiesta di stare in un luogo che potesse aiutarci (a quel tempo vivevamo in casa dei suoceri) fu esaudita e fummo accompagnati in un convento di suore Serve di Maria addolorata.
Sentivamo la presenza della Madonna vicino a noi. Ella ci dette tanti segni della sua presenza che assieme al nostro abbandono a Lei e alla nostra preghiera piano piano trasformavano le nostre anime.
Il Signore ci prese sulle Sue grandi ali d’aquila e ci mostrò dove aveva portato nostra figlia. Ci fece vivere per qualche giorno il Paradiso. Se ne accorgevano anche le persone che ci stavano in due giorni accanto, che si ricordano ancora oggi la nostra testimonianza.
Il dolore aveva scavato nel nostro intimo il posto per accogliere una grande gioia: il pensiero di nostra figlia in Paradiso. Adesso è in cassaforte! Non si può più perdere!! Evviva! Questi pensieri non sono di questo mondo. Il Signore ci aveva prestato i suoi occhi per vedere come veramente stanno le cose. E. nel suo pur breve viaggio sulla terra era già pronta per il cielo e adesso sta vivendo la vera vita!
A più di dieci anni da quei momenti mi vengono tuttora i brividi a ripensarci. Il Signore si era chinato a raccogliere le nostre anime accasciate dal dolore e aveva voluto regalarci un pezzetto di Paradiso.
Come è grande il Signore!!!
A quelli che oggi ci vedono con tre figli e che pensano che oggi sia possibile vivere bene questo ricorso solo perché abbiamo altri figli diciamo NO! Non è questo il motivo!
Anche se non avessimo avuto più figli, il Signore ci aveva regalato un attimo di Paradiso. Quel attimo che aveva cambiato le nostre vite! Non saremmo mai più stati quelli di prima!
E ancora oggi vi assicuriamo che vale la pena vivere, e soffrire anche per pochi mesi su questa terra per gustare la pienezza del Paradiso!
Voglia il Signore servirsi di questa umile testimonianza non solo per alleviare il dolore di chi ha vissuto esperienze simili a questa, ma anche di tutti coloro che sono alla ricerca del Signore e che vi si accostano con animo sincero.
Un abbraccio fraterno in Cristo.

M. M.

QUANDO HO RICEVUTO L’INVITO “PER SEPARATI”

Quando ho ricevuto l’invito “per separati” mi sono detto…. che bello!! Un incontro anche per i non più sposati…. Finalmente poter condividere il mio passato (che delusione (!!!) ) con altri che come me ci sono passati…o altri che invece stanno entrando in quel orrendo tunnel della separazione…
Mi sarebbe piaciuto veramente con la mia testimonianza confortare chi ne ha bisogno… come tu sei stata così di grande aiuto con me sia quando venni con la mia ex moglie … e sia quando venni già separato e in crisi di identità……. E per di più fresco del lutto straziante di mio padre morto contemporaneamente alla separazione…
Vi ho sempre nel cuore e se mai avrò l’occasione vorrei venire con i miei suoceri, la mia compagna e la mia bimba.
Se può essere di aiuto vorrei che raccontassi la mia storia; di un ragazzo che venne a Caresto illuso di vivere una favola, il matrimonio, come la fiaba di mamma e papà visti sempre come modello di felicità.
Venni a Caresto senza sapere cosa fosse Caresto e assieme alla moglie con la quale da mesi sembrava un inferno, ogni giorno, litigate e incomprensibili silenzi…..
E da Caresto tornai a casa con la terribile scoperta della infedeltà di colei che amavo più di ogni cosa…. e come piansi quel giorno!!!
…Era il giorno con….tema del giorno “le bugie”. E lei mi raccontò la sua amicizia… Ma tornai comunque a casa con il coraggio e la voglia di tener duro per ricostruire il matrimonio in crisi. Purtroppo un matrimonio privo di fondamenta è destinato da lì a mesi a concludersi. E per me accompagnato anche dalla terribile perdita del padre.
Perciò a coloro che sono nel tunnel vorrei confortarli e incoraggiarli; io quando vissi quei momenti grazie alla fede continuavo a ripetermi che prima o poi il Signore mi avrebbe ricompensato.
Era una prova cui ero chiamato ad affrontare. E così è stato.
Ora a distanza di due anni e mezzo dalla separazione vivo con una ragazza stupenda con la quale da due mesi ho avuto una creatura stupenda , A.
Coraggio!!! E’ dura e sembra di vivere in un incubo che mai si sarebbe pensato di entrarvi… ma con la fede si trova il modo di uscirvi per tornare a vivere più forti di prima… Le vere fondamenta sono la preghiera e la fede. E lo dice uno che a 29 anni ha portato avanti la morte del padre e l’allontanamento della moglie…
Coraggio Con affetto

Luca


PS. Se vuoi passare la mia email fai pure. Sarò lieto di confortare a distanza qualcuno… So cosa vuol dire potersi “scaricare” anche solo scrivendo due righe…

DOPO IL SERVIZIO SVOLTO A CARESTO

Siamo due famiglie di S.Angelo in Vado R e B M e F due coppie che si sono incontrate proprio grazie a Caresto.
Durante questi anni abbiamo condiviso momenti di gioia e di tristezza, momenti di crescita e di stasi, giornate di ritiri trascorse a lavorare sulle future schede, serate di allegria intorno ad una tavola dove tutti condividevano la cena portata da casa.
A volte la nostra presenza è stata piena, a volte marginale, ma seppur con ritmo altalenante abbiamo cercato di camminare e crescere insieme a loro e comunque sempre nel nostro cuore c’è il progetto Caresto.
Ora dopo aver aderito all’Associazione Amici di Caresto abbiamo, come previsto, prestato il nostro servizio in cucina e al termine di questi due giorni vogliamo raccontare la nostra esperienza e le riflessioni nate attorno ad un tavolo sere dopo.
Vogliamo dire che è stata un’occasione positiva perché tra pentole, piatti, fornelli, (eravamo 80 persone) siamo riusciti non solo a “chiacchierare” ma anche a confrontarci raccontando gli ultimi sviluppi del nostro vissuto, le difficoltà e le gioie di tutti i giorni facendo in pratica un vero e proprio lavoro di… condivisione tra coppie in cucina.
E’ stata un’esperienza positiva perché mettendoci al servizio degli altri abbiamo dato la possibilità alle coppie di avere a disposizione del tempo “buono” da dedicare alla crescita della propria relazione e la possibilità di vivere momenti che speriamo restino nei loro cuori.
E tutti hanno ricambiato il nostro impegno con i sorrisi, le domande nelle frequenti incursioni in cucina e i loro grazie così che abbiamo ricevuto più di quanto donato.
Vogliamo raccontarvi anche la nostra emozione nell’ascoltare le condivisioni durante la preghiera comunitaria fatta all’esterno sabato sera, nell’ascoltare cioè i ringraziamenti rivolti al Signore per l’esistenza di Caresto per gli organizzatori che ci fanno sentire così importanti agli occhi del Signore, come coppia e come genitori.
Ed è stato veramente bello vedere mia figlia che, indossato il grembiule, aiutava in cucina, così come è stato bello vedere l’altra figlia confondersi in mezzo agli altri bambini durante il gioco.
Noi ci sentiamo fortunati perché, non solo portiamo Caresto nel cuore, ma anche perché, abitando qui possiamo partecipare alla Messa del mercoledì che ci fa sentire parte viva della comunità e in sintonia con tutti gli Amici.
Ci auguriamo che questa esperienza possa essere vissuta in maniera positiva anche dalle altre coppie che vorranno vivere un week-end in cucina!
Alleghiamo foto di alcuni momenti della giornata. Ciao a tutti.